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Stefania Nobile e Davide Laceranza, un rapporto di dipendenza affettiva

Melinda Rossi

Stefania Nobile e Wanna Marchi, una relazione madre figlia da analizzare

Stefania Nobile è una figura nota nel panorama televisivo italiano, principalmente per la sua collaborazione con la madre, Wanna Marchi, nelle celebri televendite degli anni '80 e '90. La sua vita è stata caratterizzata da una carriera televisiva di successo, seguita da vicende giudiziarie che hanno segnato profondamente il suo percorso personale e professionale.


Nata a Bologna il 16 novembre 1964, Stefania è la secondogenita di Wanna Marchi e del suo primo marito, Raimondo Nobile, un rappresentante di origini palermitane. Il suo debutto nel mondo dello spettacolo avviene precocemente: a soli tredici anni partecipa a piccole produzioni televisive, lavorando successivamente come annunciatrice per Rete 4, all'epoca ancora di proprietà del Gruppo Mondadori. Nel 1983 affianca la madre e il fratello Maurizio nel "Wanna Marchi Show", in onda su Rete A, dove inizia la sua esperienza nel settore delle televendite di prodotti cosmetici ed esoterici, attività che proseguirà fino al 2001. Durante queste trasmissioni, Stefania si distingue per un tono di voce particolarmente acuto e una gestualità energica, elementi che contribuiscono a creare un'immagine incisiva e riconoscibile. 


La relazione tra Stefania Nobile e Wanna Marchi non è mai stata un semplice rapporto madre-figlia. Fin dall’infanzia, Stefania ha vissuto nell’ombra di una madre forte, carismatica e dominante, che ha saputo costruire un impero nel mondo delle televendite con una determinazione feroce. Ma questa stessa determinazione ha fatto sì che Stefania crescesse senza una reale autonomia, con un’identità plasmata dal volere materno.

L’influenza di Wanna Marchi sulla vita della figlia si è tradotta non solo in scelte personali, ma anche professionali. Le due erano una cosa sola: il successo della madre era anche quello della figlia, così come la caduta e il successivo crollo giudiziario. La simbiosi tra le due donne era evidente in ogni aspetto della loro esistenza, rendendo quasi impossibile per Stefania immaginare un percorso che non fosse strettamente legato a quello materno.


Ci si potrebbe chiedere se quella tra Stefania e Wanna fosse una dipendenza funzionale o, piuttosto, una relazione tossica. Una dipendenza funzionale implica un rapporto in cui due individui traggono vantaggio reciproco dalla loro interazione, ma nel caso delle Nobile-Marchi il confine tra sostegno e annullamento dell’identità è sempre stato molto labile.

Stefania non ha mai realmente contestato il ruolo dominante della madre, accettando implicitamente il suo destino di seconda figura, di spalla in un teatro in cui la protagonista era e sarebbe sempre stata Wanna.

Nel dicembre 2001, Stefania Nobile viene arrestata insieme alla madre con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all'estorsione. Le indagini rivelano una serie di pratiche commerciali scorrette legate alle attività delle società Ascié S.r.l. e Anidene S.r.l., coinvolte nella vendita di prodotti esoterici e servizi legati al mondo dell'occulto. Il processo, iniziato nel 2003, si conclude nel 2006 con una condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione per Stefania Nobile. Le accuse riguardano truffe ai danni di numerosi clienti, ai quali venivano venduti prodotti e servizi con la promessa di benefici inesistenti.


Wanna Marchi Stefania Nobile

Dopo aver trascorso un periodo in carcerazione preventiva, Stefania affronta anche gravi problemi di salute, tra cui l'artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica che richiede interventi chirurgici e cure specifiche. A causa delle sue condizioni, ottiene il regime degli arresti domiciliari e, successivamente, nel 2013, esce ufficialmente dal carcere. 


Anche quando madre e figlia si trovano a dover affrontare il carcere, la loro unità rimane intatta, a testimonianza di quanto fosse radicato questo vincolo. La detenzione non ha spezzato il legame, bensì lo ha rafforzato, dimostrando che la dipendenza affettiva non sempre viene meno nei momenti di crisi, ma può addirittura intensificarsi.


Il ritorno alla vita pubblica di Stefania Nobile divisa tra l'imprenditore Davide Laceranza e la madre Wanna Marchi

Dopo la scarcerazione, Stefania Nobile tenta di rilanciarsi nel mondo del lavoro. Conosce l'imprenditore Davide Lacerenza, che diventa suo compagno e la assume presso il ristorante "La Malmaison" a Milano. Questa esperienza segna per lei una sorta di rinascita professionale, permettendole di rientrare nel circuito lavorativo e di ricostruire la propria immagine pubblica. 


Nel 2018, Stefania e la madre Wanna Marchi sono protagoniste del programma "Le grandi sorelle" su RTB Network, dove commentano in diretta le puntate del "Grande Fratello". Nel 2021, partecipano a una maratona televisiva di 100 ore sul canale digitale GO-TV e, successivamente, conducono il programma "#noicreiamodipendenza", in onda con lunghe dirette notturne. Nel settembre 2022, prendono parte al documentario Netflix intitolato "Wanna", che ripercorre la vita e la carriera di Wanna Marchi, offrendo uno sguardo approfondito anche sulla figura di Stefania Nobile. 


Nel marzo 2025, Stefania Nobile torna al centro delle cronache giudiziarie. Viene arrestata dalla Guardia di Finanza insieme all'ex compagno Davide Lacerenza e al collaboratore Davide Ariganello. Le accuse nei loro confronti includono autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, oltre a detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo le indagini, all'interno del locale "La Gintoneria di Davide" a Milano, frequentato da una clientela facoltosa, venivano offerte serate con pacchetti comprensivi di escort e sostanze stupefacenti, con costi variabili tra i 3.000 e i 10.000 euro a serata. Uno dei clienti avrebbe speso circa 641.000 euro tra il 2020 e il 2023 per questi servizi. Le autorità hanno sequestrato oltre 900.000 euro, ritenuti proventi dell'autoriciclaggio, e posto i sigilli al locale. 

Stefania Nobile: Un’esistenza tra dipendenza e ricerca di autonomia

La dipendenza affettiva è una delle dinamiche più complesse nei rapporti umani, capace di intrecciarsi con l’identità di una persona al punto da renderla quasi inscindibile dalle figure di riferimento. Nel caso di Stefania Nobile, il legame viscerale con sua madre, Wanna Marchi, e la relazione con il suo ultimo compagno si configurano come due esempi emblematici di questo fenomeno. Ma cosa significa realmente dipendere da qualcuno? È possibile affrancarsi da queste dinamiche senza perdere completamente se stessi?


Dopo la scarcerazione, Stefania si è trovata a dover ricostruire la propria vita, un’impresa non semplice per chi, per decenni, ha avuto un unico punto di riferimento. È proprio in questa fase che entra in gioco la figura del suo ultimo compagno, che sembra aver assunto un ruolo simile a quello della madre.

Chi ha vissuto a lungo in una condizione di dipendenza affettiva tende a ricercare relazioni che riproducono schemi già conosciuti. La sicurezza di avere qualcuno accanto che prenda decisioni, che guidi e protegga, può risultare rassicurante, ma allo stesso tempo impedire un reale processo di crescita individuale.

Nel caso di Stefania, il passaggio dalla dipendenza materna a quella sentimentale potrebbe essere stato quasi automatico. Se Wanna Marchi rappresentava il perno della sua esistenza, una volta venuto meno il potere materno, Stefania potrebbe aver cercato un nuovo punto di riferimento in un compagno che le garantisse la stessa sicurezza emotiva e decisionale.


La domanda chiave è: Stefania Nobile è riuscita a conquistare una vera autonomia o ha semplicemente spostato la sua dipendenza da una figura all’altra? La risposta non è semplice. Da un lato, la sua storia dimostra che esiste una volontà di autodeterminazione: la decisione di ricominciare, di ricostruire un percorso dopo il carcere, di cercare una nuova dimensione di vita. Dall’altro, il bisogno di avere sempre accanto una figura forte suggerisce che la piena indipendenza non sia ancora stata raggiunta.

La dipendenza affettiva non è qualcosa che si supera facilmente, soprattutto quando è radicata nell’infanzia e nell’intero sviluppo di una persona. La presenza di una figura dominante può diventare una necessità psicologica difficile da scardinare, perché garantisce stabilità emotiva e una sorta di continuità con il passato. Se per decenni si è vissuti in funzione di qualcun altro, il passaggio all’autosufficienza può risultare quasi impensabile.


L’evoluzione di Stefania Nobile: un cambiamento possibile

Nonostante tutto, non è detto che Stefania Nobile non possa, con il tempo, trovare un proprio equilibrio indipendente. La consapevolezza della propria storia e delle dinamiche che l’hanno caratterizzata è il primo passo per spezzare la catena della dipendenza affettiva. L’accettazione del passato e la volontà di costruire un futuro che non sia subordinato alla presenza di una figura dominante sono elementi chiave per intraprendere un percorso di autonomia.

Forse il vero cambiamento avverrà quando Stefania riuscirà a vedersi come un’individualità distinta e non più come il riflesso di qualcun altro. Quando riuscirà a prendere decisioni senza il bisogno di un supporto costante, quando non sentirà più la necessità di avere una guida, ma sarà in grado di guidarsi da sola.

 
 
 

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