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Ansia da lavoro, riconoscerla, gestirla e prevenirla

Immagine del redattore: NoraNora

L’ansia da lavoro è un fenomeno sempre più diffuso nella società contemporanea. La pressione legata ai risultati, il timore di fallire, l’ipercompetitività e la mancanza di equilibrio tra vita professionale e privata sono alcuni fattori che possono contribuire allo sviluppo di stati ansiosi collegati all’ambito lavorativo. In questo articolo esploreremo le cause principali, i sintomi, le conseguenze e alcune strategie per affrontare e prevenire l’ansia da lavoro.


Che cos’è l’ansia da lavoro?

L’ansia da lavoro è uno stato di preoccupazione persistente e intensa legato all’attività professionale. Si manifesta quando lo stress lavorativo supera la capacità dell’individuo di farvi fronte in modo efficace. Pur essendo normale provare un certo livello di stress e di ansia in situazioni competitive o di responsabilità, il problema sorge quando l’ansia diventa cronica e interferisce con la qualità della vita, le prestazioni e le relazioni, sia sul lavoro sia nella sfera privata.


Le cause dell'ansia da lavoro possono essere:

  1. Carico di lavoro eccessivo: Scadenze stringenti, richieste costanti, mansioni multiple e la necessità di mantenere alte prestazioni possono generare stress costante, trasformando il lavoro in una fonte di ansia continua.

  2. Pressione per i risultati: Le aspettative personali o aziendali elevate possono portare a una sensazione di inadeguatezza o di paura del fallimento. Questa pressione può sfociare in ansia da prestazione.

  3. Ambiente di lavoro competitivo o ostile: Un clima aziendale poco collaborativo, intrighi tra colleghi e mancanza di sostegno possono accentuare lo stato di tensione. In ambienti tossici o molto competitivi, l’ansia può diventare la norma.

  4. Mancanza di equilibrio tra vita privata e lavoro: Quando il lavoro invade eccessivamente lo spazio personale e il tempo libero, il livello di stress e ansia può aumentare, portando a un vero e proprio esaurimento emotivo (burnout).

  5. Paura della disoccupazione o dell’incertezza: In un mercato del lavoro instabile o molto competitivo, il timore di perdere il posto o di non trovare alternative adeguate può generare ansia costante.


Sintomi dell’ansia da lavoro

  • Sintomi fisici: tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori, tensione muscolare, problemi gastrointestinali, mal di testa.

  • Sintomi psicologici: paura persistente, irritabilità, difficoltà di concentrazione, sensazione di panico o di apprensione esagerata.

  • Sintomi comportamentali: procrastinazione, assenteismo, difficoltà a prendere decisioni, calo della produttività, isolamento sociale.

  • Sintomi emotivi: perdita di motivazione, sensazione di impotenza, disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), umore depresso.

Se questi sintomi perdurano nel tempo, è importante non sottovalutarli e rivolgersi a un professionista della salute mentale (psicologo o psicoterapeuta).


Le conseguenze sul piano personale e professionale possono essere molteplici:

  • Riduzione della qualità della vita: l’ansia può estendersi dalla sfera lavorativa a quella personale, influendo negativamente su relazioni, hobby e benessere generale.

  • Rischio di burnout: l’esaurimento emotivo e fisico si manifesta quando si mantiene per lungo tempo un livello di stress insostenibile.

  • Compromissione delle prestazioni lavorative: l’ansia cronica può portare a cali di concentrazione e produttività, aumentando il rischio di errori o di demotivazione.

  • Impatto sulle relazioni: i rapporti con colleghi, superiori o familiari possono deteriorarsi a causa dell’irritabilità e dello stato di tensione costante.

  • Problemi di salute: se trascurata, l’ansia da lavoro può aggravarsi e contribuire allo sviluppo di disturbi depressivi o di altre patologie fisiche e psichiche.


Strategie per gestire e prevenire l’ansia da lavoro

  • Organizzare il tempo e le priorità

    • Utilizzare una lista di compiti (to-do list) o un calendario per pianificare le attività.

    • Suddividere i progetti più grandi in obiettivi più piccoli e gestibili.

  • Praticare tecniche di rilassamento

    • Respirazione profonda, meditazione e training autogeno possono aiutare a ridurre la tensione.

    • Svolgere attività fisica regolare (corsa, yoga, nuoto) per scaricare lo stress accumulato.

  • Stabilire confini chiari tra lavoro e vita privata

    • Evitare di controllare le email o i messaggi di lavoro al di fuori dell’orario lavorativo, quando possibile.

    • Dedicarci a hobby, attività sociali o creative per rigenerare mente e corpo.

  • Imparare a delegare

    • Riconoscere i propri limiti e chiedere aiuto quando necessario.

    • Condividere responsabilità e compiti con il team, se possibile.

  • Parlare apertamente con colleghi e superiori

    • Condividere preoccupazioni e stress può favorire un ambiente di lavoro più solidale.

    • Cercare soluzioni congiunte per migliorare l’organizzazione e la distribuzione dei carichi di lavoro.

  • Sviluppare l’autostima e l’assertività

    • Lavorare su obiettivi realistici e progressivi per rafforzare la fiducia in sé stessi.

    • Comunicare in modo chiaro i propri bisogni e i propri limiti.

  • Rivolgersi a un professionista

    • In caso di ansia intensa e persistente, uno psicologo o psicoterapeuta può fornire supporto e strumenti mirati per gestire le emozioni e i pensieri negativi.

    • Anche il medico di base può essere un primo punto di riferimento per valutare eventuali problemi fisici correlati all’ansia.


Ansia da lavoro

La differenza tra ansia da lavoro e burn out


Ansia da lavoro e burnout sono due condizioni legate allo stress lavorativo, ma presentano caratteristiche e dinamiche differenti. Ecco in sintesi le principali distinzioni:

  1. Origine e natura del problema

    • Ansia da lavoro: nasce dalla preoccupazione e dalla tensione legate a compiti, scadenze e responsabilità. È spesso caratterizzata da pensieri ricorrenti di insicurezza o timore di non essere all’altezza.

    • Burnout: è il risultato di uno stress lavorativo cronico e non gestito. È uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale che si sviluppa gradualmente nel tempo, dopo un’esposizione prolungata a carichi di stress eccessivi.

  2. Principali sintomi

    • Ansia da lavoro: i sintomi includono preoccupazione costante, agitazione, tachicardia, sudorazione, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione e, a volte, attacchi di panico.

    • Burnout: si manifesta soprattutto attraverso affaticamento estremo, cinismo o distacco emotivo nei confronti del lavoro, calo di motivazione, difficoltà a provare soddisfazione per i risultati raggiunti e sensazione di inefficacia o incompetenza.

  3. Aspetti temporali

    • Ansia da lavoro: può essere episodica o cronica, ma non sempre evolve verso l’esaurimento. Può aumentare nei periodi più intensi (ad esempio durante progetti importanti) e diminuire quando lo stress si riduce.

    • Burnout: si instaura in modo graduale e persistente; una volta raggiunto, non si risolve velocemente: richiede un cambio significativo nelle abitudini, nell’organizzazione del lavoro e, talvolta, un supporto professionale.

  4. Impatto sulle prestazioni

    • Ansia da lavoro: una certa dose di ansia può, paradossalmente, aumentare la reattività e la concentrazione, almeno sul breve periodo. Tuttavia, se diventa eccessiva e costante, può compromettere la qualità del lavoro e i rapporti con colleghi e superiori.

    • Burnout: porta a un calo generale della produttività e alla perdita di interesse per le mansioni. La sensazione di “esaurimento” rende difficile svolgere anche i compiti di routine e riduce drasticamente il coinvolgimento lavorativo.

  5. Possibili conseguenze e gestione

    • Ansia da lavoro: se non trattata, può contribuire all’insorgenza di altre problematiche psico-fisiche (come insonnia, depressione o disturbi gastrointestinali). Spesso può essere gestita con tecniche di rilassamento, una migliore organizzazione e, in casi più seri, con l’aiuto di un professionista.

    • Burnout: rappresenta uno stadio più avanzato di logoramento e richiede un intervento più profondo. Oltre alle tecniche di gestione dello stress, possono essere necessari cambiamenti radicali (ad esempio modificare gli orari, i carichi di lavoro o addirittura il contesto professionale) e un percorso di supporto psicologico.


In sintesi, l’ansia da lavoro è legata a una condizione di tensione e paura che può manifestarsi in modo episodico o cronico, mentre il burnout è uno stato di esaurimento estremo e prolungato che si sviluppa nel tempo a causa di uno stress non gestito. Riconoscere la differenza tra le due condizioni è fondamentale per intervenire in modo adeguato e prevenire conseguenze più gravi sulla salute psicofisica.


Conclusioni

L’ansia da lavoro è un problema reale che può colpire chiunque, indipendentemente dal settore o dal ruolo professionale. Riconoscere i segnali d’allarme e adottare strategie per gestire lo stress e l’ansia è fondamentale per mantenere un buon equilibrio tra la vita professionale e personale. La prevenzione inizia da una corretta organizzazione del tempo, dalla costruzione di relazioni sane in ambito lavorativo e da un’adeguata cura di sé. Se necessario, consultare un professionista della salute mentale può fare la differenza per ritrovare il benessere e migliorare le performance sul lavoro.

Ricordiamo, infine, che prendersi cura della propria salute mentale non è un lusso, ma un investimento indispensabile per vivere serenamente e dare il meglio di sé in ogni ambito della vita.

 
 
 

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