Lo Psicodramma è una invenzione di J. L. Moreno, medico-filosofo nato a Bucarest nel 1889, e vissuto a Vienna dove si formò professionalmente, emigrato, infine, nel 1925 negli Stati Uniti dove elaborò le sue due principali scoperte: lo Psicodramma e la Sociometria.
Per tutta la vita Moreno elaborò la sua tecnica o meglio il suo dispositivo terapeutico, che è stato ripreso da altri terapeuti, psicologi e counselors con varianti e modifiche.
Moreno ipotizza che la rappresentazione teatrale che attinga a vicende della vita dei partecipanti a questi gruppi derivi da effetti catartici in qualche maniera fonte di sollievo e di liberazione.
Evoluzione degli studi sullo psicodramma
Negli anni 70 il modello di rappresentazione dello Psicodramma alla luce delle scoperte freudiane e del “ritorno a Freud” sostenuto dalla elaborazione di J. Lacan subì delle modifiche. Veniva istituita di fatto una pratica psicoterapeutica che differisce radicalmente da quella di J. L. Moreno. Nello Psicodramma freudiano, infatti, l’aspetto catartico (liberatorio) è ritenuto secondario e il termine stesso rappresentazione viene sostituito con quello di “gioco”.
Tale psicodramma come dispositivo si definisce freudiano perchè chi lo pratica è freudiano, ovvero è un terapeuta che è convinto della esistenza di “Inconscio” e della “Pulsione”.
Detto in altro modo è freudiano chi riconosce che l’uomo ha la competenza di distinguere una esperienza di piacere da una di dispiacere e di riconoscere che l’eccitamento per muoversi verso la meta della soddisfazione proviene dall’esterno ed ha che fare con la relazione con un altro.
Il dispositivo freudiano del divano e della poltrona, con la regola per il paziente di parlare senza omettere e senza sistematizzare i suoi pensieri e con il corrispettivo per l’analista di ascoltare con attenzione fluttuante, ha lo scopo di creare delle condizioni favorevoli perché accada che le capacità originarie, di cui ho detto, si riattivino.
Lo Psicodramma freudiano ha il medesimo intento avvalendosi di un dispositivo totalmente diverso rispetto alla psicoanalisi. I pazienti sono un piccolo gruppo, non c’è un solo terapeuta ma due che si alternano di seduta in seduta nelle funzioni di animatore e di osservatore.
I pazienti accettano di essere disponibili a parlare, quindi a relazionarsi tra loro, anche con la modalità del “gioco”. Che è una azione, come del resto il parlare, ma che è inserita all’interno di un patto stabilito tra ciascun paziente e uno dei terapeuti nel corso di uno o più colloqui preliminari.
La constatazione dalla quale si muove il terapeuta freudiano è che l’inconscio di ciascuno è il vero terapeuta. Allo stesso tempo ciascuno è abitato da istanze ideali che contrastano fino a sostituire il lavoro dell’inconscio. Questo lavoro consiste, fra l’altro, nel predisporre uno spazio, un posto, per un altro soggetto per verificare la possibilità di una relazione soddisfacente per entrambi. E’ questa una definizione parziale, ma importante, del concetto freudiano di transfert.
Psicodramma freudiano e giochi di ruolo
Lo psicodramma freudiano è particolarmente utile nei contesti di lavoro. Instaurare giochi di ruolo in un contesto in cui si vuole intervenire sul clima aziendale è un valido metodo di presa di coscienza e potenziale correzione delle disfunzionalità dei gruppi di lavoro sia nelle piccole sia nelle grandi aziende.
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