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Protocollo eseguito al Liceo Gentileschi di Napoli

Progetto in una scuola superiore napoletana per l'orientamento degli studenti in uscita 

Un recente progetto eseguito presso una scuola superiore napoletana, il Gentileschi in via Nuova Agnano, è stato organizzato con una modalità in cui gli alunni avevano a disposizione 8 ore di orientamento, suddivise in 2 incontri da 3 ore ed un incontro finale di 2 ore con la presenza anche dei genitori.

I primi due incontri erano a loro volta suddivisi in 45/60 minuti di colloquio individuale con un orientatore, in cui venivano compilate delle schede di autovalutazione delle proprie potenzialità, competenze e abilità in uscita dal percorso scolastico ed eventualmente anche lavorativo utilizzando un testo di riferimento sul bilancio delle competenze pubblicato dalla Pearson, una pausa data agli studenti che consentiva agli orientatori di confrontarsi su eventuali criticità riscontrate nei colloqui individuali, ed un circle time di 1 ora e mezza organizzato in maniera semi strutturata, con delle domande da porre e sulle quali far nascere un confronto tra gli studenti su specifici temi legati al tema dello sviluppo professionale post diploma.

Una peculiarità dell'approccio usato riguarda l'enfasi sulla propriocezione. Durante ed alla fine di ciascun incontro di circle time, gli alunni vengono aiutati dal conduttore a sentire il corpo sedendosi correttamente sulla sedia, allargando e rilassando le spalle, tenendo il capo ed il collo in asse con il tronco ed i piedi ben piantati a terra. Vengono aiutati a propriocerpirsi, a sentire quali parti del corpo sono più vive, più tese, meno tese, calde, fredde, accompagnate da sensazioni spiacevoli o piacevoli, ed a collegare il linguaggio corporeo alle quattro emozioni di base, paura, rabbia, gioia, tristezza. Questa traduzione della propriocezione in emozioni di base consente all'alunno di valutare in modo più approfondito l'impatto di ciò che racconta al gruppo sulle sue aspirazioni per il futuro e le difficoltà ad esse connesse. 

Primo incontro

Nel primo incontro, dopo una presentazione degli operatori e delle finalità ed i tempi del progetto, si procede invitando ciascuno studente ed operatore a presentarsi al gruppo, dopodiché si apre il circle time con le questioni e domande poste dal conduttore che sono le seguenti:

Quest'anno hai l'esame di maturità, si conclude un ciclo di 5 anni di studi, come ci stai, come stai vivendo questo momento?

Quali competenze sono emerse dal colloquio individuale? Che competenze hai maturato in questi anni di scuola e se ci sono esperienze di lavoro, volontariato, PTCO, che tipo di competenze hai maturato grazie ad esse?

Ti sei trovato/a bene in questa scuola? e perché l'hai scelta dopo aver concluso le medie?​​

Cosa hai intenzione di fare dopo il diploma di maturità? Università o lavoro o entrambi?​​

Che tipo di lavoro vuoi svolgere in futuro?

Sei disposto a cambiare città per inserirti nel mondo del lavoro o vuoi rimanere qui?

Ritieni di conoscere il mercato del lavoro relativo alla tua scelta professionale?

Secondo incontro

Le questioni e domande poste nel secondo incontro sono le seguenti (a seconda del clima che si crea e dei temi emersi, l'ordine delle domande può cambiare):

Come è andata la giornata a scuola oggi?

L'esame di maturità si avvicina ulteriormente, come ci stai?

In che modo un tuo limite può ostacolare il tuo sviluppo professionale, lavorativo, di studi successivi al diploma?

Lo scorso incontro hai presentato il tuo progetto di studio o lavoro dopo il diploma, lo vuoi ricordare al gruppo e come ci stai a riguardo? E' rimasto invariato, hai cambiato idea? Ti senti sicuro della tua scelta?

Durante l'incontro viene anche proposto, se le condizioni del gruppo ed il tempo lo permettono, un gioco di ruolo (chiamato anche dinamica), in cui l'alunno sceglie un orientatore, la diade viene fatta sedere l'uno di fronte l'altro e l'alunno sceglie a che distanza collocarsi rispetto all'orientatore. Quest'ultimo propone all'alunno di immaginare un casuale incontro tra i due tra 10 anni. L'orientatore chiede allo studente come sono passati gli ultimi 10 anni, cosa è successo, dove vive, se e dove lavora o studia.

Incontro con i genitori e gli alunni

I genitori e gli alunni vengono disposti in cerchio ed il conduttore illustra a grandi linee lo scopo del progetto di orientamento e si presenta. 

Lo scopo del circle time con i genitori in cui sono presenti anche gli alunni, è quello di stimolare un dibattito da cui emerga un confronto aperto e sereno sulle modalità comportamentali più adeguate per aiutare i figli nelle scelte importanti sul futuro professionale.

Le questioni e domande poste in questo incontro sono le seguenti (a seconda del clima che si crea e dei temi emersi, l'ordine delle domande può cambiare dal secondo quesito in poi):

Come si chiama, di chi è genitore e se vuole dirci come si sente all'indomani del traguardo del diploma di suo/a figlio/a?

Conosce che tipo di sviluppo vorrà intraprendere suo/a figlio/a concluso il diploma, se e' intenzionato/a a studiare e/o a lavorare, ed in che campo specifico?​

Cosa ne pensa della scelta di suo/a figlio/a rispetto al percorso da intraprendere dopo il Diploma? 

Domanda per chi vorrà rispondere ed aprire un dibattito su un tema centrale: Come avviene un buon confronto con i figli sulle attività da intraprendere dopo il Diploma per lo sviluppo personale e professionale?

Che caratteristiche ha un buon confronto su questo tema cosi delicato ed importante? Come si tutela l'intersoggettività in un confronto su questo tema?

Team

Psicologo del lavoro

Coordinatore di progetto

Bruno

Sociologo

Mediatore familiare

Cristina

Psicologo psicoterapeuta

Roberto

Psicologo Psicoterapeuta

Claudia

Psicologo clinico

Simona

Psicologo clinico

Patrizia

Psicologo clinico

Irene

Psicologo clinico

Letizia

Psicologo clinico

Ilaria

Pedagogista

Approfondimento: Il metodo del circle time in classe. 

Il circle time è una metodo di confronto gruppale in cui i partecipanti sono chiamati ad esprimersi su un argomento prefissato. Essi vengono disposti in cerchio, con uno o più conduttori che ha/hanno il ruolo di sollecitare e coordinare il dibattito. Tale disposizione in cerchio, che segue regole ben precise e che illustreremo, promuove la libera ed attiva espressione delle idee, dei sentimenti e dei vissuti personali. Questo strumento fu introdotto nei contesti scolastici americani dalla psicologia umanistica negli anni 70, ma anche i gruppi Scout lo hanno largamente utilizzato pur se in maniera meno strutturata.

Gli autori Mosley e Niwano (2012) ne danno una puntuale definizione che ne enfatizza le finalità, cito:
Il circle time, un approccio centrato sullo studente, promuove la pratica delle competenze sociali ed emotive in modo inclusivo e democratico, offrendo opportunità per sviluppare l'apprendimento cooperativo, la discussione di gruppo e la risoluzione dei problemi.

Il conduttore propone degli argomenti che cominciano a essere discussi e ognuno può dire la sua. ​Affinché la comunicazione nel cerchio funzioni, ci sono delle regole da seguire, a partire dalla scelta del posto dove tenere la riunione in cerchio che deve essere sempre lo stesso e possibilmente il circle time deve essere organizzato con cadenza regolare.

La durata di ogni sessione di confronto in cerchio deve essere stabilita prima dell'inizio e deve essere sempre la stessa. Il conduttore modera il dibattito in maniera non impositiva, dando parola a tutti quanti e vi è una scaletta di argomenti che vengono affrontati nei vari incontri.

Dal momento che tutti sono invitati a parlare, le regole che devono seguire gli alunni sono che si parla uno alla volta, per alzata di mano oppure ci può essere un rituale come il passaggio di un oggetto, o indossare un cappello piuttosto che passarsi una palla e, chiaramente, chi ha l'oggetto in mano o il cappello sulla testa può parlare. Oppure il conduttore introduce l'argomento e chiede ai singoli alunni di intervenire. 
Altre regole che devono seguire gli alunni sono quelle di non interrompere chi sta parlando, di non prenderlo in giro, di aspettare il proprio turno per poter parlare.

Nel momento in cui si parla di un argomento, il conduttore cerca di non fare uscire fuori tema il gruppo di studenti. Il conduttore dovrà impegnarsi a cercare di dare il giusto tempo a ciascun alunno che voglia esprimersi, incoraggiando gli alunni più timidi e contenendo quelli più chiacchieroni o più aggressivi, chiedendo chiarimenti laddove qualche intervento sia poco chiaro e dovrà anche riassumere i pareri di tutti e poi congratularsi con il gruppo per la riuscita del circle time.

Concluso ogni incontro, il conduttore può decidere di avvalersi dell'utilizzo di una scheda suddivisa in indicatori verbali e non verbali dove appuntare tutto ciò che ha osservato. Ad esempio, nella parte degli indicatori verbali potrà riportare chi ha parlato oppure chi è rimasto in silenzio e il numero di interventi che sono stati fatti, mentre negli indicatori non verbali potrà inserire chi ha sbadigliato o chi è stato poco attento, chi è stato aggressivo, chi ha teso a parlare sopra gli altri, chi partecipa, chi non partecipa, chi ha balbettato o altre indicazioni del linguaggio non verbale.

Questa scheda di osservazione è molto importante perché segnerà i vari passaggi evolutivi, tra un incontro e quello successivo, il conduttore potrà notare come i ragazzi pian piano, conoscendo questo strumento, lo fanno loro e possono, ognuno con i suoi tempi, sentirsi parte di un gruppo e avere un ruolo attivo all'interno del gruppo stesso. (Maines e Robinson, 1992; Mosley, 1998; Cowie e Jennifer, 2008; Hart, 2010).

Questa tecnica ha guadagnato attenzione anche nei contesti aziendali dove è stata utilizzata come strumento per migliorare la socializzazione, la comunicazione, il lavoro di squadra e il benessere dei dipendenti. Nell’opera del 1970 dal titolo ‘Carl Rogers on encounter groups’, Rogers enfatizza l’importanza sociale e politica del movimento dei gruppi che egli ritiene sia nato fuori dall’establishment ma che finisce col passare del tempo per permeare ogni parte della società americana e ogni tipo di organizzazione, citiamo:
Certo, vi sono sempre stati e vi saranno sempre dei gruppi, finché l’uomo sopravviverà su questo pianeta. Ma uso il vocabolario in un senso particolare: quello dell’esperienza di gruppo programmata ed intensiva. Secondo me questa è l’invenzione sociale in più rapida diffusione del secolo e probabilmente la più poderosa. Una invenzione che va sotto vari nomi: T-groups, ‘gruppo di incontro’, ‘addestramento alla sensibilizzazione’ sono i più comuni. Talvolta questi gruppi sono noti come laboratori sui rapporti umani o seminari sulla leadership, sull’istruzione o sul counseling. (...) Un elemento che certo rende il fenomeno meritevole di uno studio psicologico è il fatto che esso sia nato completamente fuori dall’establishment. (...) Conosco poche altre tendenze che abbiano espresso con tanta chiarezza il bisogno e il desiderio della gente anziché delle istituzioni. (...) il movimento è sbocciato ed è cresciuto sino a permeare ogni parte del paese e quasi ogni tipo di organizzazione moderna. (Rogers, 1970, p. 9)

Nell'orientamento in uscita offerto da esperti del mercato del lavoro ai diplomandi delle scuole superiori il circle time assume caratteristiche specifiche introducendo temi molto importanti e relativi alla scelta professionale ed al progetto di vita. ​​

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