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L'amicizia per Deleuze

Aggiornamento: 9 giu 2023


L’amicizia, essere amico di qualcuno per me è una questione di percezione. Non significa avere idee comuni. Non è a partire da idee comuni ma da un linguaggio comune, o da un pre-linguaggio comune.

Ci sono persone di cui non capisco niente di ciò che dicono, anche se dicono cose semplici, come «Mi passi il sale?»… Ma cosa dicono?

Ci sono poi persone che mi parlano di un tema astratto, anche se non sono d’accordo con loro, capisco tutto quello che mi dicono. Significa che ho qualcosa da dir loro e loro qualcosa da dire a me. E non è per niente la comunità delle idee.


C’è qualcosa di molto misterioso, nel fatto di dire qualcosa a qualcuno, di capirsi così bene, senza idee comuni … Ho un’ipotesi, che ciascuno di noi riesce a cogliere un certo tipo di fascino, c’è una percezione del fascino. E per fascino non intendo riportare l’omosessualità nell’amicizia, affatto. Ma un gesto di qualcuno, un pensiero, prima di avere un significato, un gesto, il pudore di qualcuno, sono sorgenti di fascino che toccano la vita, fino alle radici vitali. È così che si diventa amici di qualcuno.


Ci sono frasi che possono essere dette solo se la persona è volgare o ignobile. Quando sentiamo una frase di quel tipo diciamo: «Ma che cos’è, cos’è quest’immondizia?». Non bisogna pensare che si possa dire una frase così, per caso, e poi ritirarla. Non è possibile …E al contrario, ci sono frasi, anche insignificanti, che hanno un tale fascino, che testimoniano una tale delicatezza, che immediatamente dici: «Questa persona è mia», non nel senso della proprietà, «è mia e spero di essere suo». È in quel momento che nasce l’amicizia, che l’amicizia può nascere. È una questione di percezione, Percepire qualcosa di conveniente, che t’insegna, ti apre, ti rivela qualcos’altro ...


Trascrizione della intervista a Deleuze per L'abbecedario.

L'amicizia per Deleuze

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