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Il GIDS del Tavistock per la cura della disforia di genere chiude.

Aggiornamento: 3 set 2023

La clinica Tavistock, una delle più note e prestigiose istituzioni di psicologia clinica nel mondo occidentale, chiude il reparto che si occupa della cura dei minorenni affetti da disforia di genere. Tra le cure offerte si annoveravano le terapie ormonali e la prescrizione di chirurgia cosiddetta di riassegnazione sessuale.

Il Gender Identity Development Service for Children and Adolescents (GIDS) presso il Tavistock and Portman NHS Trust di Londra fu fondato nel1983. Nell’ultimo decennio, il numero di invii di pazienti al GIDS è passato da 138 nel 2010-11 a 2.383 nel 2020-21.


Un certo numero di ex dipendenti del GIDS si sono espressi per sollevare preoccupazioni sulla “sovradiagnosi” della disforia di genere, sulle conseguenze degli interventi medici precoci e sul significativo aumento delle segnalazioni di ragazze che mettono in dubbio la loro identità di genere.

Le lamentele del personale del GIDS sono iniziate 15 anni fa, molti si sentivano obbligati a dover prescrivere dopo solo qualche incontro clinico con gli adolescenti, farmaci per bloccare la pubertà ed ormoni. Tali lamentele, tenute a tacere per lungo tempo attraverso abituali pratiche di mobbing e palesi minacce di compromettere la carriera clinica di chiunque mettesse in discussione l'uso indiscriminato dei farmaci per bloccare la pubertà e le cure ormonali, sono restate inascoltate per lunghissimo tempo fino allo scandalo sollevato da un reportage della BBC.

I giornalisti della BBC, attraverso le dichiarazioni dei medici che hanno mantenuto anonima la loro identità per paura di ritorsioni, hanno mostrato nel reportage che spesso il centro GIDS finiva per prescrivere frettolosamente le terapie ormonali ai minorenni per accontentare i genitori che piuttosto che un figlio omosessuale preferivano avere un figlio transessuale.


La BBC ha riportato che il GIDS è stato valutato “inadeguato” dagli ispettori sanitari, a seguito delle preoccupazioni sollevate dagli informatori anonimi e riportate da BBC Newsnight.

In un rapporto provvisorio sul GIDS eseguito dal medico pediatra Dr.ssa Cass, è stato confermato che il personale sanitario si è sentito sotto pressione per adottare un “approccio affermativo incondizionato” ed inoltre è stato messo in luce che il servizio faticava a gestire le liste d’attesa in continua crescita, non teneva dati “di routine e coerenti” sui suoi pazienti ed infine che una volta che il paziente veniva identificato come affetto da disagio legato al genere, altri problemi sanitari venivano trascurati.


Keira Bell, una paziente del GIDS del Tavistock ha ricevuto bloccanti della pubertà a 16 anni, successive iniezioni di testosterone a 17 anni ed a 20 anni ha subito una doppia mastectomia. Avendo in seguito cambiato idea sulla sua decisione di passare al sesso maschile, ha fatto causa al Centro sostenendo che i medici avrebbero dovuto valutare con maggiore attenzione la sua volontà di effettuare la transizione da donna a uomo. Tale volontà si è rilevata col tempo espressione di un disagio psicologico. In sintesi un caso di diagnosi errata di disforia di genere ha portato a devastanti conseguenze sul piano fisico e mentale.


Ci vuole cautela nella diagnosi clinica. Non si può non tener conto che durante la adolescenza, periodo di profondo cambiamento del soggetto, è normale essere confusi sui propri desideri sessuali e sulla percezione del proprio corpo. Questi disagi non possono frettolosamente essere bollati con la diagnosi di disforia di genere e non bisogna frettolosamente prescrivere al paziente terapie farmacologiche ormonali che non sono prive di effetti collaterali.

Sentirsi insoddisfatti del proprio corpo è molto comune in adolescenza. Quando questa insoddisfazione si radicalizza fino allo sviluppo della idea di essere nel corpo sbagliato, non si può escludere la presenza di un disturbo psichiatrico che a ben vedere non riguarda la transessualità. Un delirio sullla immagine del proprio corpo - dunque una psicosi - può portare alla richiesta di cambio sesso da parte del soggetto. Si è anche visto che la diagnosi di disforia di genere si presenta spesso in soggetti con la sindrome di Asperger.


La terapia psicologica LGBT affermativa cosi come le pratiche pedagogiche ideologizzate che esaltino la scelta transessuale e/o la cultura cosiddetta non-binaria, applicate a soggetti autistici e psicotici, che sono fragili a livello della capacità di sviluppo di una identità psichica coesa e stabile, non possano che rappresentare un pericolo enorme.


Denuncie pubbliche di pazienti ai quali sono stati prescritti con disinvoltura farmaci che bloccano la pubertà e chirurgia di riassegnazione sessuale sono sempre più comuni. Tra le tantissime dichiarazioni pubbliche provenienti da cosiddetti detransitioners, mi ha colpito molto quella di Chloe Cole che ha testimoniato dinanzi alla House subcommittee del Congresso degli Stati Uniti, il 27 luglio 2023.


Cito un piccolo estratto della drammatica testimonianza pubblica di Chloe, ragazza alla quale procedure mediche fondate su una diagnosi sbagliata di disforia di genere hanno portato a gravi danni fisici e mentali:

Pensavo di essere nata nel corpo sbagliato e gli adulti di cui avevo fiducia hanno riaffermato questo mio pensiero e questo mi ha causato irreversibili danni che dureranno per tutta la vita. Parlo oggi come vittima ... Ero nel pieno della pubertà e mi sentivo molto a disagio con i cambiamenti che stavano succedendo al mio corpo, avevo paura della attenzione dei maschi verso di me, e quando dissi ai miei genitori che mi sentivo come un ragazzo, ripensandoci, intendevo dire semplicemente che odiavo la pubertà, che volevo che tutta questa attenzione sessuale nei miei confronti sparisse .... dichiarai di essere transessuale in una lettera che lasciai sulla tavola della stanza da pranzo. I miei genitori si preoccuparono immediatamente, pensarono che avessi bisogno dell'aiuto di professionisti medici, ma questo si rivelò essere un errore. Questo ha immediatamente spostato la nostra famiglia lungo un percorso di inganno e coercizione ideologicamente motivati. Lo specialista gender dal quale fui portata, disse ai ai miei genitori che avevo bisogno di essere immediatamente curata con i farmaci che bloccano la pubertà. Chiesero ai miei genitori "Preferireste avere una figlia morta, o piuttosto un figlio transessuale vivo?"

La testimonianza continua in modo drammatico, e Chloe ricorda di non essersi mai sentita a rischio suicidio prima della chirurgia per eliminare il seno e pertanto la domanda iniziale posta dello specialista gender ai suoi genitori non può non essere giudicata come metodo di manipolazione. Chloe, come racconta nella testimonianza, ha una salute compromessa per sempre, il suo seno è stato rimosso, la sua struttura ossea trasformata e mascolinizzata per sempre dai farmaci ormonali e dai bloccanti della pubertà, la voce per sempre mascolinizzata da tali farmaci, ha dolori cronici al corpo causati dagli ormoni e la fertilità è un punto interrogativo.


Cito un altro estretto della testimonianza:

Quando il mio seno è stato rimosso ... prima di poter legalmente guidare, mi hanno tolto una enorme parte della mia femminilità, non potrò mai più allattare, ho diffitoltà a guardarmi allo specchio a volte, ancora ho difficoltà oggi con una disfunzione sessuale, ho enormi cicatrici sul mio busto e gli innesti di pelle che hanno usato sono pieni di fluido oggi ... Dopo la chirurgia i miei voti a scuola sono crollati, nulla di quello a cui sono andata incontro ha mai dato la possibilità di affrontare le sottostanti questioni di salute mentale di cui soffrivo, ed i mei medici con le loro teorie sul gender pensavano che tutti i miei problemi sarebbero spariti non appena fossi stata trasformata in qualcosa che vagamente sembra ad un ragazzo, le loro teorie erano sbagliate, i farmaci e la chirurgia hanno cambiato il mio corpo ma non hanno cambiato la realtà di base che io sono e sarò per sempre una donna ... A 16 anni dopo la chirurgia per togliere il seno avevo la voglia di suicidarmi.

Medici e psicologi non possono subire pressioni mediatiche e politiche da colleghi e gruppi politicamente ideologizzati che bollano la cautela diagnostica e qualsiasi messa in discussione della transessualità di un paziente come atto discriminatorio. Questo succedeva al GIDS del Tasvistock, parliamo della eccellenza clinica nel mondo occidentale, dunque una domanda è lecita, cosa succede nei centri clinici altrettanto o meno noti e prestigiosi del Tavistock?

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