La letteratura scientifica conferma che la leadership gioca un ruolo cruciale nell'influenzare l'efficienza dei gruppi nelle organizzazioni. Gli studi di Bass e Avolio hanno mostrato che la leadership cosiddetta trasformazionale, che ispira e motiva i membri del gruppo attraverso una visione chiara ed ottimista, è particolarmente efficace nel migliorare l'efficienza e la produttività organizzativa. Questo tipo di leadership promuove un forte senso di missione in cui i capi agiscono come modelli di riferimento, crea un ambiente in cui i membri del gruppo si sentono valorizzati, vengono supportati dai capi anche individualmente e vengono incoraggiati a pensare in modo creativo e a sfidare lo status quo. Al contrario, secondo gli autori, lo stile di leadership cosiddetto transazionale che usa incentivi e punizioni per motivare i dipendenti, può ottenere risultati positivi nel breve termine, ma l’effetto sulla performance sul lungo periodo è inferiore rispetto alla leadership trasformazionale.
L’evidenza empirica dello studio di Basso e Avolio dimostra che questo stile di leadership funziona bene per obiettivi chiari e compiti ripetitivi, ma porta ad una dipendenza da incentivi esterni senza promuovere l’autonomia e non stimola lo sviluppo sviluppo professionale e l’innovazione. Tale stile di leadership a lungo termine tende a ridurre la motivazione e la creatività, portando inevitabilmente ad una diminuzione dell'efficienza organizzativa.
Kotter approfondisce la distinzione tra leadership e management, evidenziando come entrambe siano essenziali per il successo organizzativo. L’autore enfatizza che per ottenere il cambiamento la sfida è combinare una forte leadership e una forte gestione e utilizzare ciascuna per bilanciare l'altra. Egli intende la leadership come lo sviluppo di una visione e di strategie, l'allineamento delle persone rilevanti a quelle strategie e l'empowerment degli individui affinché possano realizzare la visione, nonostante gli ostacoli. Questo si contrappone alla gestione (management), che consiste nel mantenere il sistema attuale operativo attraverso la pianificazione, la definizione del budget, l'organizzazione, il reclutamento, il controllo e la risoluzione dei problemi. La leadership, secondo Kotter è più complessa come funzione, poiché opera attraverso la gerarchia e i sistemi.
Questa distinzione tra gestione e leadership è enormemente importante ed è fonte di grande confusione. Chi pensa che la gestione sia leadership tenderà a gestire il cambiamento, mantenendolo quindi sotto controllo, ma non sarà in grado di fornire ciò che è necessario per compiere passi più grandi e difficili. I dirigenti che non guidano sono quasi programmati a cadere in una serie di trappole. Raramente riescono a creare un senso di urgenza abbastanza forte. Sottovalutano la necessità di una coalizione solida per guidare il cambiamento. Creano solo piani e budget, ma non le visioni e le strategie necessarie per realizzarle. Comunicano in modo insufficiente qualsiasi nuova direzione. Non riescono a rimuovere un numero sufficiente di ostacoli affinché i dipendenti possano agire in base alla visione. Dichiarano vittoria troppo presto. Non riescono a istituzionalizzare i nuovi approcci nella cultura organizzativa.
Il punto, secondo Kotter, non è che la leadership sia buona e la gestione cattiva. Sono semplicemente funzioni diverse e servono a scopi differenti. Lo scopo fondamentale della gestione è mantenere il sistema attuale funzionante. Lo scopo fondamentale della leadership è produrre cambiamenti utili, specialmente cambiamenti non incrementali. È possibile avere troppo o troppo poco di entrambe. Una leadership forte senza gestione rischia il caos; l'organizzazione potrebbe precipitare nel vuoto. Una gestione forte senza leadership tende a intrappolare l'organizzazione in una burocrazia mortale, e citiamo:
Il management è un insieme di processi che possono far sì che un sistema complesso, fatto di persone e tecnologia, funzioni senza problemi. Gli aspetti più importanti del management comprendono pianificazione, formulazione di budget, organizzazione, scelta dello staff, controllo e risoluzione di problemi. La leadership è un insieme di processi che creano le organizzazioni o le adattano a circostanze in cui sono in atto cambiamenti significativi. La leadership definisce come sarà il futuro, allinea le persone a quella vision e le motiva a far sì che si avveri, nonostante gli ostacoli. (...). Questa distinzione è assolutamente cruciale per i nostri scopi (...) una trasformazione che va a buon fine è fatta dal 70 al 90 percento di leadership e solo da 10 a 30 percento di management. Per ragioni storiche, però, molte organizzazioni oggi hanno molta leadership ed è quasi generale la convinzione che il problema di cui ci stiamo occupando sia un problema di gestione del cambiamento. (...) Con una forte enfasi sul management ma non sulla leadership, prendono il sopravvento la burocrazia e la focalizzazione sull’interno. Il successo continua, prevalentemente come risultato del dominio sul mercato, ma il problema spesso non viene affrontato e comincia a evolvere in arroganza malsana. Tutte queste caratteristiche poi rendono molto più difficile qualsiasi sforzo di trasformazione. (Kotter).
Sintesi schematica degli studi di Bass e Avolio
Bass e Avolio hanno dimostrato con il loro studio che lo stile di leadership influenza la produttività aziendale. Gli autori distinguono gli stili di leadership in:
Trasformazionale, che è caratterizzata dalla capacità di ispirare e motivare i collaboratori, promuovendo innovazione e crescita personale. Si basa su quattro componenti principali: Influenza ideale (carisma): il leader è un modello di riferimento per i collaboratori, guadagnandosi il loro rispetto e fiducia; Motivazione ispirazionale: il leader trasmette una visione chiara e coinvolgente del futuro; Stimolazione intellettuale: promuove il pensiero critico e l’innovazione nei dipendenti; Considerazione individualizzata: presta attenzione alle esigenze e al benessere di ogni collaboratore, supportandone lo sviluppo personale.

Transazionale, che si basa su un sistema di scambio tra leader e collaboratori, attraverso rinforzi positivi e negativi per guidare il comportamento. Comprende due aspetti principali: Ricompense contingenti: il leader premia i collaboratori in base alle prestazioni raggiunte e instaura un sistema di premi e punizioni per modellare il comportamento dei sottoposti; Gestione per eccezione: il leader interviene solo quando si verificano problemi o deviazioni dagli standard stabiliti.
Lassista, che si caratterizza per una mancanza di direzione e coinvolgimento del leader nelle attività aziendali. I collaboratori ricevono poca guida o supporto.
Relazione tra stili di Leadership e produttività aziendale
La leadership trasformazionale è quella più correlata ad un incremento della produttività, grazie alla maggiore motivazione e coinvolgimento dei dipendenti.
La leadership transazionale può essere efficace per garantire efficienza operativa, ma può risultare limitante se applicata rigidamente.
La leadership lassista ha generalmente un impatto negativo sulla produttività, a meno che il team sia altamente autonomo e competente.
Stili di leadership e change management
In un’azienda che sta affrontando un cambiamento, l’adozione di una leadership trasformazionale può facilitare la transizione e migliorare le prestazioni complessive.
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