Lacan nel seminario IX del 1962, illustra metaforicamente in che modo l'ansia viene generata. Egli dice: supponiamo di essere di fronte la femmina mantide religiosa (detta anche mantide europea). Questo animale è noto per mordere il capo del partner dopo la copula sessuale, e sconosciuta è la motivazione o funzione di questa forma di cannibalismo sessuale.
Immaginiamo, dice Lacan, di essere di fronte la mantide religiosa femmina e di indossare una maschera di un’altra mantide religiosa, ma senza sapere se si stia indossando una maschera femminile o maschile. Di conseguenza non ci è dato sapere in che modo la mantide religiosa femmina ci veda, pertanto non sappiamo cosa ci riserva il futuro dopo la copula, se verremo o meno divorati vivi. Di ansia verso l'altro dunque.
Lacan propone questa scena peculiare per spiegare che la nostra ansia deriva dal fatto di non sapere cosa siamo per l’altro, cosa l’altro voglia da noi.
Dunque l'angoscia è la sensazione che qualcuno voglia qualcosa da noi e scatta quando abbiamo la sensazione di essere in prossimità del desiderio dell’Altro. Non deriva secondo Lacan da un trauma o da una perdita.
Per la psicoanalisi l’ansia ha un oggetto ma questo oggetto non è ciò che io posso avere ma ciò che io posso essere per l’altro. Il problema è che io non so chi sono perché non so l’altro (o gli altri) come mi vede (mi vedono). L’immagine manca. L’ansia è dunque una risposta che ha un forte legame con il tema dell'identità. E dunque, tutte le volte che ci perdiamo nelle inevitabili fratture identitarie che avvengono lungo il corso della nostra vita (es. divorzio per cui non sono più moglie o marito di X, perdita del lavoro e dunque non sono più l'ingegnere della azienda X), ecco che l'ansia inevitabilmente si presenta.
Il nostro approccio con la nostra o altrui ansia deve partire dal presupposto appunto che l'ansia è un fenomeno che è parte della vita. Questa sensazione fastidiosa è in verità un aiuto per capire noi stessi, chi siamo, chi vogliamo essere, in che direzione vogliamo dirigerci. L'ansia va dunque accolta, compresa e rilanciata come sintomo a sostegno di una identità meno ingabbiata, più completa e poliedrica, più libera.
Nora
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